POST-FOTOGRAFIA
Le frontiere dell’immagine tra videogiochi, cartografie digitali e new media.
Università IULM
Via Carlo Bo, 4 20143 Milano
Venerdì 8 giugno 2018
Dalle ore 10.00 alle ore 12.30
UN EVENTO UFFICIALE DI MILANO PHOTO WEEK 2018
POST-FOTOGRAFIA è organizzato dal Master of Arts in Game Design della IULM di Milano e introdotto/moderato da Gemma Fantacci.
INTERVENTI
Matteo Bittanti
Valentino Catricalà
Marco De Mutiis
Federico Selvini
PROGRAMMA
Matteo Bittanti
A NEW AMERICAN DREAM post-mortem
In questo intervento, Matteo Bittanti illustra la genesi ed evoluzione del progetto di appropriazione fotografica di A New American Picture del fotografo americano Doug Rickard da parte del collettivo COLL.EO (2015-), a sua volta realizzato attraverso l'appropriazione delle strategie di mappatura urbana di Google attraverso Street View. Concentrandosi su temi quali la sorveglianza, la rappresentazione delle classi subalterne, la crescente ineguaglianza economica, sociale e tecnologica all'interno degli ambienti metropolitani contemporanei e il ruolo svolto dal mondo dell'Arte, Bittanti suggerisce un approccio "ecologico" alla fotografia non-umana - seguendo la definizione di Joanna Zylinska - un approccio che tenga ben presente le ideologie inerenti a ogni tecnologia.
Valentino Catricalà
Immagini venute dallo spazio. Arte, fotografia, astrofisica
La presentazione discute un aspetto peculiare della fotografia legato alla produzione di immagini e opere d'arte dell'universo. Il grande sviluppo di tecnologie per la cattura di immagini da parte degli istituti aerospaziali (NASA in primis) ha permesso agli artisti di immaginare nuove possibilità per la creazione di opere con tecnologie legate alla ricerca scientifica e astrofisica. Un nuovo trend che vede artisti e fotografi lavorare sempre più in centri di ricerca di astrofisica nel tentativo di realizzare immagini direttamente nello spazio, ridefinendo in questo modo lo stesso concetto di fotografia. Fra gli esempi che si porteranno: Edward Kac, Donato Piccolo, Michelangelo Pistoletto, Leonardo Petrucci, Trevor Paglen.
Marco De Mutiis
Photo Mode: il fotografo come giocatore come lavoratore
La recente introduzione delle modalità di cattura e modifica dell'immagine nei videogiochi simula l’atto fotografico e l’interfaccia dell’apparato all’interno degli spazi ludici. Da un lato questa simulazione pare ricreare le funzioni e l’estetica di una fotografia analogica, oggetto di una diffusa nostalgia, riappropriando la semiotica e i linguaggi visivi di media passati. Al contempo le meccaniche invisibili che operano all’interno della “Photo Mode” sono create secondo gli stessi algoritmi e modelli che regolano la circolazione, lo scambio online delle immagini digitali e il loro valore, secondo le logiche dell’attention economy. In questo ecosistema visivo, le immagini diventano un’esca per l’attenzione umana, che a sua volta viene resa una valuta economica, monitorata e quantificata attraverso modelli informatici. In un sistema videoludico dove le immagini non sono solo analizzate, ma anche interamente prodotte da codici e algoritmi, qual è il ruolo del fotografo nel gioco e quale la sua funzione all’interno di un sistema di produzione e distribuzione di immagini globale?
Federico Selvini
Corpo-dispositivo-sguardo: estetiche, stile e linguaggio delle action cameras
A partire dall’inizio del nuovo millennio le camere indossabili sono uscite dai laboratori di ricerca conquistando consumatori e pubblico: tra queste, l’esempio più celebre è rappresentato dalle action camerase, in particolare, da GoPro. Inizialmente diffuse tra i praticanti degli sport cosiddetti estremi, lo stile e l’estetica di questa tecnologia è successivamente diventato elemento caratteristico del linguaggio audiovisivo del web. Le action cameras esemplificano uno degli elementi più emblematici del rapporto odierno tra uomo e tecnica: l’inglobamento, l’innervazione, all’interno del corpo di dispositivi mediali che funzionano come protesi per estendere le capacità sensoriali e cognitive. GoPro testimonia la presenza attiva, nel mondo, di un corpo ibrido – in cui corpo stesso, sguardo e dispositivo si fondono insieme – in perenne movimento, e il rapporto che l’operatore intrattiene con l’ambiente e gli stimoli che lo circondano. L’intervento odierno fa parte di un progetto di ricerca più ampio, in fase di sviluppo, incentrato sullo studio delle tecnologie di ripresa indossabili.
BIOGRAFIE
Matteo Bittanti
Matteo Bittanti è artista, scrittore, curatore, editore e accademico. La sua pratica si colloca all'intersezione tra simulazione e rappresentazione, new media e cinema. Le sue opere sono state presentate in musei e gallerie d'arte negli Stati Uniti, Canada, Argentina, Australia, Gran Bretagna, Olanda, Scozia, Francia, Messico, Cuba e Italia. Come curatore ha organizzato diverse mostre in Italia e all'estero. La sua ricerca accademica verte principalmente sugli aspetti culturali, sociali e teorici delle tecnologie emergenti. Studia l'interazione tra la visual culture, l'arte contemporanea e i nuovi media. S'interessa, in particolare, del rapporto tra arte e videogioco. Insegna alla IULM di Milano, dove coordina anche il Master of Arts in Game Design. Vive a Milano e San Francisco.
Valentino Catricalà
Studioso, curatore d’arte contemporanea. Dottore di ricerca presso l’Università degli Studi Roma Tre, Catricalà è stato Part-Time Post Doc Research Fellow nella stessa Università. Lavora come ricercatore e come coordinatore dei programmi Arte e Media presso la Fondazione Mondo Digitale ed è direttore artistico del Media Art Festival di Roma (MAXXI). Ha svolto ricerche in importanti centri quali lo ZKM di Karlsruhe, la Tate Modern, l’Università di Dundee. Si è specializzato nell'analisi del rapporto degli artisti e dei cineasti con le nuove tecnologie e con i media. Su questa linea ha scritto diversi saggi in libri e riviste specializzate e ha partecipato a numerosi convegni internazionali. Il suo libro più recente è Media Art. Prospettive delle arti verso il XXI secolo. Storie, teorie, preservazione (Mimesis, 2016) e curato mostre a livello nazionale e internazionale. Vive e lavora a Roma.
Marco De Mutiis
Marco De Mutiis è artista, curatore e ricercatore. Il suo ambito di studio e sperimentazione riguarda le trasformazioni - simulazioni, mutazioni e rimediazioni - in atto nelle diverse pratiche fotografiche contemporanee. È co-curatore del programma SITUATIONS Presso il Fotomuseum Winterthur. Come ricercatore la sua attività è concentrata sul fenomeno dell’in-game photography. Vive a Zurigo, in Svizzera.
Federico Selvini
Nato a Milano nel 1990, Federico Selvini è filmmaker e dottorando di ricerca in Visual Studies presso l’Università IULM di Milano. Il suo campo di indagine riguarda le tecnologie di ripresa indossabili e, in particolare, il rapporto tra wearable technologies, il corpo e la ripresa in soggettiva.